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"La notizia" di questi giorni
é la chiusura, temporanea o definitiva, della piattaforma
d'informazione Giovinazzolive.it. Indubbiamente un colpo, un duro
colpo per la comunità giovinazzese in loco e per la miriade di
emigranti sparsi nel mondo.
Nulla é eterno, per carità, ed anche
le migliori avventure durano per poi terminare. Ma il problema non é
la chiusura di un giornale, di un portale. Nessuno e nulla é
insostituibile, niente é strettamente necessario, ma tutto cambia,
assume forme diverse, insomma si trasforma.
Bene, questa é la teoria.
Nella pratica delle cose, calata nella
realtà giovinazzese che conosco molto bene, avendo collaborato per
circa dieci anni al mensile cittadino "In città" e anche,
con qualche articolo, al sopracitato portale, questa "ritirata
assume i contorni di una piccola tragedia di provincia.
Non conosco, ma posso intuire le
motivazioni che hanno scandito la parola fine a quest'avventura
editoriale. Posso immaginare i problemi di natura economica (beh, la
crisi), gli attacchi personali e non (l'attacco é sinonimo di buon
lavoro, solo la stampa docile si fa accarezzare dal potere), il non
veder riconosciuto il proprio lavoro e il proprio impegno (cari
redattori, vi posso assicurare che siamo in tanti a
stimarvi)...immagino e posso capire. Sarebbe insensato e un tantino
stupido dire ai gestori di quel portale e ai giornalisti di
continuare, sarebbe banale e molto poco costruttivo. E soprattutto
dimostrerebbe di non aver capito un'acca della problematica sollevata
con questa chiusura.
Giovinazzolive.it é solo il primo dei
giornali giovinazzesi che chiude, ce ne saranno altri, l'acqua
torbida nella quale annaspa l'informazione della carta stampata o dei
pixel colorati é la stessa.
L'augurio di essere smentito é ben
radicato nel mio cuore, ma la testa dice altro, dice ben altro.
Purtroppo.
Una redazione é fatta di giornalisti.
Di persone. Di storie e ambizioni diverse.
La cosa più importante, adesso, a cose
ormai fatte, é il non perdere il capitale umano (penna e volontà)
rappresentato da questi giornalisti umili e volenterosi.
Sappiano, ma l'hanno sempre saputo, che
i giornalisti, ora senza giornale, sul mio piccolo sito/blog
personale troveranno ospitalità. Per loro ci saranno sempre pagine
da riempire.
Quanto appena detto é dovere di un
collega che quei giornalisti conosce fin dai tempi di "In
città" e che stima e ammira.
Il futuro. Penso che lo Stato, a
Giovinazzo rappresentato dal Comune, non debba lasciar morire in pace
queste volontà e queste capacità.
Perché non creare un unico portale
comunale (beh certo, se anche gli altri giornali o siti in difficoltà
lo vogliono!) dove questi giornalisti possano continuare a coltivare
la propria passione e a svolgere il proprio lavoro?
L'essere informati é un diritto,
l'informare un dovere delle istituzioni.
Non so quanto un'operazione del genere
possa costare alle casse comunali, ma sono sicuro che nessuno di
questi uomini e donne ha l'arricchimento personale come motore della
propria passione.
Marco Caccavo
Francia
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