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mercoledì 17 aprile 2013

“Il visionario è l’unico dei realisti”


Bari. Articolo di Lucia Rita Traversa

Il visionario è l’unico dei realisti”.
Con questa citazione del grande Federico Fellini si accede con lo spirito giusto alla mostra allestita all’interno della Sala Murat, in occasione del Bifest a Bari, dove ad essere esposte sono le tavole disegnate dal grande Maestro durante la sua vita, raccolte poi in un libro: “Il libro dei sogni”.

Già dal primo sguardo ci si rende conto di non poter “passare oltre”, di non poter guardare fugacemente le tavole esposte, fissando lo sguardo solo sull’impressione immediata del disegno, a volte caricaturale dei personaggi descritti e dei colori, venendo rapiti e trascinati nel mondo onirico del grande regista.

A Roma, negli anni ‘50 fa il disegnatore di riviste come il “Marc’Aurelio” vende i suoi disegni per vivere, mentre qui, in mostra c’è il suo privato, la sua mente, i suoi pensieri, i suoi sogni che annota con assiduità maniacale e disegna con una vivacità di colori e caratteri, raccontando la storia di un uomo che ha fatto della visione, intesa come sogno, la firma della sua produzione cinematografica.

Ci sono proprio tutti, a partire da sua moglie, Giulietta Masina, grande interprete di molti suoi film, da "Giulietta degli spiriti" a "La strada", e grandi del cinema dell’epoca come Totò( lo sogna con Vanda Osiris mentre lei recita al Teatro Valle di Roma, ma poi non riesce ad incontrarlo perché lui è andato via) e Tognazzi, con i quali nei sogni intrattiene divertenti o serissime conversazioni, incomprensibili ai più, ma che rivelano l’anima di un uomo in continuo fermento di idee e storie da raccontare.

Sogna la madre morta, ed il commento è struggente. Sogna suo padre morto ma è lui stesso che si sovrappone in questo sogno a suo padre e le due figure si fondono in una sola.
Ha degli incubi: sogna di essere il famoso mago Roll. Dice di essere un “anhappy”, sogna di parlare una notte intera con Gorge Simenon.
Anita Ekberg vuole indurlo a volare e poi il sogno svolta diversamente, sogna un coito orale con la stessa, confessando a fine tavola di aver eiaculato in modo prorompente.

E’ sincero Fellini in questi disegni, schizza con la china i volti ed i corpi trasfigurati: le tante donne nude, giunoniche con grandi seni e grandi sederi, i volti strani ma pur reali, i paesaggi, tal quali possono essere quelli dei sogni. Ci trascina, nella breve carrellata di tavole esposte, in un mondo privato e noi novelli voyeur guardiamo estasiati comprendendo appieno il suo mondo cinematografico e la sua grandezza.












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