Bari. Articolo di Lucia Rita Traversa
“Il visionario è l’unico dei
realisti”.
Con questa citazione del grande
Federico Fellini si accede con lo spirito giusto alla mostra
allestita all’interno della Sala Murat, in occasione del Bifest
a Bari, dove ad essere esposte sono le tavole disegnate dal grande
Maestro durante la sua vita, raccolte poi in un libro: “Il libro
dei sogni”.
Già dal primo sguardo ci si rende
conto di non poter “passare oltre”, di non poter guardare
fugacemente le tavole esposte, fissando lo sguardo solo
sull’impressione immediata del disegno, a volte caricaturale dei
personaggi descritti e dei colori, venendo rapiti e trascinati nel
mondo onirico del grande regista.
A Roma, negli anni ‘50 fa il
disegnatore di riviste come il “Marc’Aurelio” vende i suoi
disegni per vivere, mentre qui, in mostra c’è il suo privato, la
sua mente, i suoi pensieri, i suoi sogni che annota con assiduità
maniacale e disegna con una vivacità di colori e caratteri,
raccontando la storia di un uomo che ha fatto della visione, intesa
come sogno, la firma della sua produzione cinematografica.
Ci sono proprio tutti, a partire da sua
moglie, Giulietta Masina, grande interprete di molti suoi film, da "Giulietta degli spiriti" a "La strada", e grandi del cinema dell’epoca
come Totò( lo sogna con Vanda Osiris mentre lei recita al Teatro
Valle di Roma, ma poi non riesce ad incontrarlo perché lui è andato
via) e Tognazzi, con i quali nei sogni intrattiene divertenti o
serissime conversazioni, incomprensibili ai più, ma che rivelano
l’anima di un uomo in continuo fermento di idee e storie da
raccontare.
Sogna la madre morta, ed il commento è
struggente. Sogna suo padre morto ma è lui stesso che si sovrappone
in questo sogno a suo padre e le due figure si fondono in una sola.
Ha degli incubi: sogna di essere il
famoso mago Roll. Dice di essere un “anhappy”, sogna di parlare
una notte intera con Gorge Simenon.
Anita Ekberg vuole indurlo a volare e
poi il sogno svolta diversamente, sogna un coito orale con la stessa,
confessando a fine tavola di aver eiaculato in modo prorompente.
E’ sincero Fellini in questi disegni,
schizza con la china i volti ed i corpi trasfigurati: le tante donne
nude, giunoniche con grandi seni e grandi sederi, i volti strani ma
pur reali, i paesaggi, tal quali possono essere quelli dei sogni. Ci
trascina, nella breve carrellata di tavole esposte, in un mondo
privato e noi novelli voyeur guardiamo estasiati comprendendo appieno
il suo mondo cinematografico e la sua grandezza.
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