Articolo apparso su http://azzurramagazine.wordpress.com/
La città di Marsiglia ha reso omaggio,
fino al 16 marzo, al Musée Cantini, a uno dei suoi più celebri
figli: César Baldaccini, in arte semplicemente César. Nato da
genitori italiani, nel quartiere de la Belle de Mai, César é stato
un membro di spicco del gruppo dei Nouveaux Réalistes del
critico Pierre Restany. César à Marseille, questo il nome
della mostra, raggruppa una trentina di opere che lo scultore
materico ha donato ai musei
della sua città natale nel 1998, assieme ad opere prestate dal FRAC
(Fonds Régional d'Art Contemporain) e da collezionisti privati. Le
opere presenti spaziano dai fers soudés,
alle celebri espansioni
e compressioni, fino
alla serie Empreintes
dove giganteggia il celebre pouce.
Poco fa, abbiamo definito César scultore materico,
anzi, il più grande scultore francese contemporaneo
(1968), per dirla con Restany,
ed infatti é proprio la materia la sua ossessione. "Normale per
uno scultore", diranno i più. Questo é vero, ma Baldaccini é
stato qualcosa di molto altro. César, di formazione classica, amava
definirsi un autodidatta e, aggiungeremo, a differenza dei
classici scultori, era un pioniere amante della materia. César
predilige, infatti, rottami di ferro, automobili nuove, compresse,
dai tratti estetici vivi, che parlano di bellezza della compressione
come presa di possesso della materia, e sperimenta nuovi materiali
come il poliuretano, materia plastica che cristallizza all'aria
aumentando considerevolmente di volume1,
polimero che utilizzerà per le sue espansioni.
La bellezza di queste ultime risiede nella libera appropriazione del
reale, da parte del materiale, tramite una chimica del possesso che
produce forme fluide e materne, come un magma informe e sempre
difforme. Tutta l'arte di César é stata un appropriarsi, un intenso
possesso, per esempio, della bellezza d'uno scarto ferroso, di una
compressione di metalli vivi che ora, immobili, danzano veloci sotto
teche protettive e della bellezza dell'espandersi vitale di un fluido
, in base a indeterminate interazioni molecolari, occupa lo spazio
circostante.
Marco Caccavo
1César,
la poesia della chimica industriale. Pierre Restany, Domus
462/Agosto 1968
César, Puce, 1965, Collection MAC, copyright ADAGP 2013 |
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