Anni fa, una sera, una di quelle calde sere pugliesi, si parlava del più e del meno, di politica estera, di musica, storia, storie di guerra e giornalismo, di viaggi.
E
Lorenzo, Lorenzo Scaraggi, dalla sua barba incolta tirò
fuori una delle sue frasi che tanto
mi hanno fatto poi riflettere:
"E' nei momenti
di crisi che si deve partire". Intesi la parola “crisi” come
momento di rottura tra un prima e un dopo, a livello di emozioni, di
desideri e di sfide. Quelle parole svelarono il mio animo, eterno
irrequieto e sempre “in crisi”.
È passato del
tempo da quella sera d'estate, ma intatta è rimasta la voglia di
ascoltare i suoi viaggi, le sue storie.
E lo fa alla sua
maniera. Alla guida di un
camper del 1982, è il capitano del progetto Vostok100k.
L'obiettivo? Il
giro del mondo!
Ciao Lorenzo, raccontaci un po' di
te
Sono un viaggiatore, lo sono sempre
stato.
Nasco come giornalista, ho studiato
storia e poi la voglia di essere testimone dei fatti contemporanei mi
ha portato a viaggiare, come fotoreporter, anche in posti di guerra.
Per esigenza creativa, nel corso degli
anni, ho ampliato le mie competenze.
Ho iniziato anche a girare video.
Lavoro ormai da anni come fotografo e
videomaker, ma adesso non riesco più a darmi una categoria, a trovare
una collocazione tradizionale; per questo, ormai, mi considero un
viaggiatore, un narratore di luoghi e di incontri e per questo a 40
anni sto mettendo a frutto tutto quello che so fare, che ho imparato
a fare nel corso degli ultimi 20: viaggiare e raccontare.
Il tuo progetto in dieci righe?
Sono ormai 3 anni che lavoro al
progetto Vostok100k. Il progetto era nato con un mio amico, Peppino.
Eravamo in giro per il Sahara quando abbiamo deciso di comprare un
vecchio camper e di viaggiare. Ecco che tornati in Italia siamo
passati all’azione. Abbiamo trovato un vecchio Sven Hedin,
Volkswagen e l’abbiamo ribattezzato Vostok, in onore della prima
missione dell’uomo nello spazio. L’idea era quella di fare il giro del
mondo, ma a volte gli equipaggi si perdono, prendono strade
differenti, così sono rimasto solo e ho continuato a viaggiare.
Adesso ho deciso di iniziare a
realizzare quel giro del mondo tanto sognato.
Inizierò dall’Europa con il progetto
“Borders”, un viaggio di 20mila km lungo i confini dell’Europa.
Fare il periplo dell’Europa per
girare un documentario, raccontare sui social e realizzare un
reportage andando alla ricerca di storie di confine.
Il tuo itinerario?
Partirò dall’Italia e andrò verso
ovest, costeggiando il mare lungo Francia, Spagna, Portogallo e poi
verso est lungo la costa fino all’Estonia, dunque costeggiando l’ex
Unione Sovietica fino in Turchia, poi Grecia e Balcani per tornare a
casa.
Raccontare storie di confine, una
crepa nei muri dell'indifferenza?
Per molti i confini vanno fortificati,
vanno corazzati, vanno guarniti di muri e filo spinato.
Sono un uomo Pugliese, orgoglioso
figlio del Mediterraneo, noi pugliesi siamo bastardi per eccellenza,
dalla mia terra sono passati Greci, Albanesi, Francesi, Spagnoli,
Africani nel corso dei millenni.
Oggi qualcuno dice che i mari vanno
controllati, vanno pattugliati e questo va contro la natura di quello
che noi siamo.
L’Italia ha la forma di un ponte
proteso verso il mediterraneo, la forma di un molo e un molo serve
per accogliere e non per respingere.
Voglio ricordare alla gente cosa
significhi confine. Un confine deve essere una linea di congiunzione
e non una crepa.
Da questo parte il mio concetto di
confine.
Una salina racconta la storia di un
confine naturale, la musica popolare, la cucina etnica, i porti delle
grandi città, fino ad arrivare ai confini dove oggi si sta
consumando la tragedia umanitaria più grave della storia dell’Europa
contemporanea: i confini con i profughi, con chi proviene dalle
guerre, i confini con la Macedonia, ma anche l’Egeo. Questo è il
significato di confine che voglio approfondire.
Tempo fa mi dicesti: "E' nei
momenti di crisi che si deve partire".
Puoi oggi spiegarci meglio il senso
di questa tua frase?
Te l’ho detto qualche anno fa ma
credo che oggi valga ancora di più.
Ho sempre inteso il viaggio come
arricchimento, come ricerca, non solo personale, della verità, dei
fatti, della cronaca, della realtà. Partire per vedere da vicino,
per crescere, per poter riferire quello che accade.
Un tempo i viaggiatori erano sacri
perché portavano notizie nuove di paese in paese.
Questo è il mio senso del partire.
E poi, sì, viviamo decisamente in un
periodo di crisi, è in corso una crisi totale dei valori
dell’Europa. Questo è sotto gli occhi di tutti. Tutto è messo in
discussione, tutto sta cambiando, non evolvendosi, ma accartocciandosi
su sé stesso.
Dopo questo ennesimo viaggio,
cos'altro bolle in pentola?
Girerò un documentario e vedrò cosa
farne. E poi non lo so, ma sai, per un viaggiatore la partenza e il
ritorno sono solo delle parentesi che racchiudono un milione di alibi
che hanno un solo scopo: ripartire.
Perché è importante contribuire
economicamente al tuo viaggio?
Ho sempre considerato, vissuto i social
nell'accezione più trasversale e democratica possibile. Sulla mia
pagina non solo documento viaggi, ma vado alla ricerca di consigli.
Considero il termine condivisione quanto di più democratico esista
nella terminologia che usiamo tutti i giorni.
Presto lancerò sulla mia pagina un
appello a consigliarmi storie di confine, cosicché io possa andare
nei luoghi consigliati e documentare, raccogliere le testimonianze.
Finanziare questo viaggio vuol dire
prendere parte a un grande progetto.
Prendere parte in questo progetto con
una donazione vuol dire aiutarmi nella costruzione di un progetto che
racconti i confini, senza filtri (a parte quelli fisiologicamente
esistenti nella visione relativa delle cose, naturalmente), senza
troppe cerimonie, con un linguaggio semplice, con gli occhi di chi è
curioso da sempre di vedere da vicino, di fotografare, di documentare
se i confini sono realmente presenti nella testa piuttosto che nel
cuore, nella vera essenza delle persone, dei popoli, della politica,
dell’uomo.
Diventare produttori del viaggio, del
documentario, del reportage che tutti vorrebbero realizzare.
Il progetto “borders” è un viaggio
nel viaggio dell’anima.
Per saperne di più: pagina Facebook del Vostok100k
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