Articolo apparso su http://azzurramagazine.wordpress.com/
Il Palazzo Reale di Milano ospita, fino
al 27 Aprile, una vasta summa delle opere di Vassily Kandinsky,
teorico e padre della pittura astratta. Le opere esposte provengono
dal parigino Centre Pompidou, erede della più grande
collezione di opere del maestro russo per volontà di sua moglie Nina
che decise di donarle, in polemica col regime sovietico. La mostra
milanese presenta un'ampia selezione delle opere dell'autore de Lo
spirituale nell'arte, poste in ordine cronologico. Abbiamo i
primi lavori degli esordi in Russia e Germania, dove Kandinsky
insegna alla scuola del Bauhaus, su invito di Walter Gropius, fino a
chiusura avvenuta nel 1933 da parte dei nazisti, per poi arrivare ai
lavori creati a Parigi, città dove troverà la morte nel 1944.
Tra le opere, un posto di rilievo
spetta a Akzent in Rosa (Accento in rosa) del 1926 e,
soprattutto, alla celeberrima Gelb-Rot-Blau (Giallo-Rosso-Blu),
creata nel 1925, ai tempi del Bauhaus. Innanzitutto, occorre
precisare che l'arte di Kandinsky é, come direbbe Leonardo, cosa
mentale, o meglio, emozionale. I protagonisti assoluti della sua
opera sono la forma geometrica e, soprattutto, il colore per le sue
corrispondenze musicali ed emozionali che instaura con lo spettatore.
Scopo dell'arte di Kandinsky é creare una sorta di studiato rapporto
psicologico tra il fruitore e l'opera stessa. L'astrattismo di
Kandinsky emoziona in quanto fa vibrare le corde dell'anima umana che
si lascia eccitare, per esempio, dal giallo, colore folle e
squillante come una tromba, dal rosso, colore intenso e sanguigno,
dal blu, tinta della quiete celeste e dal suono violoncello.
L'opera del maestro russo puo', quindi, essere interpretata come una
psicologia su tela, colorata e geometricamente, a volte, definita,
dove tutto corrisponde con le emozioni della nostra anima.
Riscoprire la propria anima emozionale é lo scopo di Kandinsky.
Anima "inutile", parte oscura dell'età adulta e
sapientemente censurata e ricacciata nell'oblio dall'imposto tran
tran quotidiano.
A
proposito, é opportuno ricordare che Kandinsky fu inserito
nella lunga lista degli artisti degenerati, lista di
proscrizione dal mondo dell'Arte redatta, nel 1937, dal Partito
Nazista che doveva preservare i canoni della purezza ariana.
Perché? Perché forse l'uomo nuovo del regime totalitario,
macchina-soldato docile e ubbidiente, doveva essere forte, puro,
senza macchia (di colore), non doveva lasciarsi emozionare
dalle tinte e dalle forme, non doveva corrispondere con loro,
scoprendo magari cosi' la debolezza e la bellezza di rivelarsi un
essere senziente, indefinito, la cui sola missione é il sentirsi
vivo rimpiendosi gli occhi di blu, giallo e rosso.
Marco Caccavo
Nessun commento:
Posta un commento