Articolo di Paola Copertino
Non dimostra i segni del tempo, in quanto ogni anno riesce ad emozionare, incuriosire e interessare la mostra d’ arte religiosa “ Via San Benedetto” l’ arte nella tradizione della Settimana Santa, giunta ormai a tagliare l’ importante traguardo del decennale. Così come ha scritto nella brochure il presidente della Società di Cultura Europea Caracciolo,Domenico Facchini “si è cercato , ancora una volta, di far convivere armoniosamente fede, tradizione ed arte con opere di artisti di generazioni e stili diversi, con creativi che condividono questa profonda esperienza artistica con grande serietà e passione”. Va infatti dato atto a questa rassegna artistica di essersi saputa rinnovare, sempre nel solco della tradizione, e di aver coinvolto gli artisti più differenti per fascia di età e modo di esprimersi. Anche l’ arte, come ha ribadito Mons. Pietro Amato, curatore del Museo Storico Vaticano, a cui è stata affidata la prolusione della serata inaugurale della collettiva, ha una forte valenza spirituale. Si crea infatti una osmosi fra l’ artista che si mette a nudo, dando una sua personale interpretazione della Settimana Santa e lo spettatore che percepisce questo messaggio e lo fa suo. L’ arte ha il potere di comunicare anche per vie recondite, percorrendo strade sempre nuove, talvolta tortuose ed inesplorate così come hanno fatto i circa venti artisti che vi hanno partecipato. La pittura, la scultura, la ceramica, il legno, dice Mons. Amato, costituiscono la testimonianza più vera di una rinnovata e annuale primavera di sentimenti, germogliati ed associati al tema della Pasqua. Sono testimonianze di fede e di fondata speranza, che rafforzano il valore e la potenza evocativa dell’ universo pittorico degli artisti, che sentono il bisogno di esprimere e comunicare. “Via San Benedetto” diventa un luogo dove circola cultura, dove, attraverso l’ opera d’ arte si riflette sul mistero, avvicinandosi ai grandi temi dell’ uomo e del divino. L’ esperto d’ arte ha sottolineato il valore catartico della stessa, fondamentale per creare dei cittadini puliti, onesti e corretti. Visitando la mostra si scorgono percorsi spirituali diversi,ogni artista ha trovato una sua personale ispirazione che ha trasposto sulla tela, sul legno, sulla foto, sulla cera. In ognuna si individua il rapporto personale con la fede, con il mistero, con l’ aldilà, con la sofferenza e con il credere in una vita oltre la morte. Mons. Amato si è detto veramente contento di trovarsi a Molfetta in questo periodo, per una serie di circostanze favorevoli; più spesso la Settimana Santa la vive a Siviglia che condivide con la nostra città tradizioni e un sentire comune. Ogni opera ha stampato il nome dell’ autore perché rende palese ciò che lo ha ispirato, deve inoltre colpire nel segno, rimanere impressa negli occhi e nel cuore di chi la guarda ed essere tramandata alle future generazioni. Mons. Amato ha quindi proposto di effettuare un referendum popolare per designare l’ opera che ti rimane nel cuore così come avviene per importanti biennali di arte a livello internazionale. Mentre era a Roma ha iniziato a pensare cosa dire in questa manifestazione che coglie il lato religioso dei molfettesi facendolo rapportare con la sacralità di questo importante momento liturgico attraverso l’ incontro con il divino. Ha poi esposto il concetto di luce sia materiale che morale, della sofferenza che traspare nelle opere d’ arte, della creatività che produce frutti sempre nuovi, di come si guarda e si interpreta una creazione artistica, della potenza evocativa della parola che può uccidere più di una spada, del ruolo attivo dello spettatore che diventa protagonista. Ha poi augurato al curatore della rassegna che questa mostra d’ arte possa avere l’ appoggio istituzionale e crescere ancora negli anni radicandosi sempre più nel territorio. Mons. Amato ha affermato che la collettiva ha fra le sue protagoniste alcune opere di pregevole valore che corrispondono ai canoni dell’ arte, tutte però hanno una onestà creativa che emoziona. Si è passati poi a descrivere opera per opera le caratteristiche e le peculiarità degli diciannove artisti partecipanti, per ognuna Mons. Pietro Amato ha espresso una sua valutazione critica,cercando di interpretare il messaggio e il pensiero di ciascuno mettendo in luce la tecnica adoperata , i riferimenti storici ed artistici, le peculiarità. A conclusione della serata, dopo aver ribadito la forte valenza dell’ arte, fondamentale per il futuro dell’ uomo e dell’ umanità, il curatore del Museo Storico Vaticano insieme al presidente Domenico Facchini hanno consegnato dei diplomi di partecipazione a tutti gli artisti dando appuntamento alle manifestazioni collaterali. Infatti, quest’anno proprio in occasione del decennale sono state predisposte delle iniziative collaterali: un annullo filatelico, due concerti: quello della Polifonica di Molfetta diretta dal maestro Pino Pappagallo e quello del coro Harmonia Mundi diretto dal maestro Nicola Petruzzella e la presentazione del libro di Francesco Stanzione “La mia settimana santa”. Altro momento veramente suggestivo che ogni anno richiama tantissimi fedeli ed appassionati di arte è l’ esposizione su via san Benedetto, da cui prende il nome la rassegna, delle opere d’ arte che nei giorni precedenti sono state ammirate presso il chiostro della Fabbrica di san Domenico. La continuità negli anni di questa iniziativa dalla forte valenza culturale, testimonia l’ impegno e la volontà di rinnovarsi profusa dagli organizzatori che hanno visto nel corso di questo decennio oltre trentamila persone visitare questa mostra d’ arte religiosa dedicata alla Settimana Santa.
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