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lunedì 26 gennaio 2015

I Ghostbusters dei gol fantasma, quando é il gioco a diventare spettrale

Premetto. Di calcio ne capisco quanto basta per prendere in giro un amico che ci tiene troppo o per farmi una birra in più al pub. Per il resto, non sento il bisogno di pontificare dall'alto dei miei piedi quadrati o di non so quali esperienze su panchine virtuali. 
Ma, tuttavia, un pensiero a riguardo proprio lo voglio spendere. Sfogliando le pagine di non ricordo quale quotidiano nazionale, mi sono imbattuto nella vicenda dei "gol fantasma", che, a quanto pare, tanto destabilizza gli animi dei tifosi, e nella consueta polemica "blabblereccia" alla ricerca di una soluzione. I più parlano di sofisticatissimi sistemi di rilevazione al millimetro. "É entrata?", "é dentro", "é fuori".
Non nascondo che la cosa mi dia da pensare. E il calcio é solo un pretesto per, magari, un discorso più ampio.
Se introducessi la tecnologia, che per definizione é rigorosamente matematica, in un gioco, questo non sarebbe più puro diletto, ma ricerca della certa perfezione. Immaginate "la mano di Dio" di Maradona. Capolavoro assoluto di furbizia, estro, divertimento, insomma di piacere per gli occhi e per il cuore. E no! Con la telecamera che mi dice se la palla sia entrata o meno (con certezza matematica!), se il fallo di mano ci sia o meno...vivremmo in un mondo calcistico (e non solo) più giusto, più corretto, più matematico. "O si, o no". Il "forse" e la goliardica discussione che quel "forse produce"...stop, finito, tutti a nanna. Di sicuro, avremmo, in tal modo, un calcio più giusto, ma può un piacere, un gioco, seguire i criteri della giurisprudenza o del calcolo scientifico? Forse si', ma in tal caso non sarebbe più un diletto, ma una semplice somma di emozioni "certificate". E, dopo i 90 minuti regolamentari, torneremo a casa sicuri del risultato, un piacere, anche questo, attestato da una macchina.

Marco Caccavo



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