Il cotone in trefolo assume la forma del caos dipanato, sussulto dopo sussulto, dal gesto d'artista in costruzioni sfumate di materico colore. Tracce di bellezza ancora grezza che lasciano il disordine del cuore trovar da sé la via della propria creazione. E l'entropia sentimentale dell'artista documenta, scatto fotografico dopo scatto fotografico, la ricerca di senso che informa la materia. I contorni filiformi, che delimitano visi, corpi, sono affidati al pregiato tessuto che racchiude un dinamismo declinato in mille possibilità creative. E il cotone, questa fibra resistente, anelastica, gioca con se stesso le sfumature della propria eleganza. Similmente fa il ricordo, che anima il soffio di una mancanza, i cui contorni sfumati rivelano l'intensità della sua romantica persistenza.
L’arte di Valentina Crasto é un filiforme e sussurrato invito alla leggerezza dell’essere, necessaria e vitale pratica del quotidiano. E cosi’ le forme paiono tracce dell'etereo e sono un tutt’uno con l'impercettibile spazio circostante. Esse lo abitano, si compenetrano per osmosi, condividendo, con quest’ultimo, molecole e vortici danzanti. Le opere della Crasto sono forme effimere del vivere, per un momento accecate dall’illusione d’una presenza incollata al palcoscenico della vita. Illusorio momento dell’essere che mente a se stesso ! Poi, infatti, ritorna gomitolo, ventre di donna, pronto a ridare sfumature e forma a creazioni nuove e inaspettate.
L’artista é abitata dal tocco della leggerezza, la scelta materica del cotone é metafora del suo animo. Scelta maturata nel corso degli anni, « per forza di levare » e « dematerializzare ». Le opere della Crasto, fragili e volatili come le emozioni affidate al corso del vento, sono portatrici d’un figurativo che sfocia in un quasi incorporeo concettuale.
E come l'impercettibile filo che lega alla terra i nostri sogni, come la sottile corda degli aquiloni, l’arte della Crasto, tra cielo e terra, é un ponte tra la materia e la sua naturale e ragionata trascendenza.
Marco Caccavo
Aix en Provence, 2014
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